Pastoraio
Pastoraio
Valle degli elfi (PT)
Numero di abitanti stabili: 4
Anno di fondazione: 1986
Aperti a nuovi membri: sì
Accolgono volontari: sì
Accolgono visitatori: sì
Pastoraio: un rifugio tra castagni e accoglienza radicale
Nel cuore delle montagne, dove il sentiero si fa ripido e la strada lascia spazio al passo lento, si raggiunge Pastoraio: una delle realtà più antiche del mondo elfico, con una storia che affonda le radici quasi quarant’anni fa. Nato come insediamento spontaneo e in parte successivamente acquistato grazie a un curioso risarcimento legale, Pastoraio è oggi un piccolo villaggio rurale che mescola autogestione, ospitalità e ciclicità, tra castagni, orti e recinti da rimettere a posto.
L’attività centrale è la castagna: raccolta, essiccata nel metato recentemente restaurato, e lavorata fino alla fase della spolatura, per poi essere portata al mulino, dove viene trasformata in farina. Il lavoro si organizza in base a chi passa e resta: alcuni restano mesi, altri solo qualche settimana, ma ogni mano contribuisce, e ogni presenza è accolta con la generosità tipica del luogo.
Quattro persone circa compongono il nucleo abituale, ma il numero può oscillare con il ritmo delle stagioni e delle energie. Qui si pratica agricoltura di sussistenza con orti stagionali, un piccolo frutteto e galline. Nei sogni e nei progetti ci sono una nuova serra, il ritorno di un maiale, e un gruppo più stabile per custodire e valorizzare l’immenso potenziale del posto: 20-30 persone potrebbero vivere qui in un equilibrio condiviso.
Pastoraio è anche un luogo di grandi contrasti: aperto sempre a tutti, ha conosciuto fasi di luce e di ombra. La sua accoglienza radicale, priva di filtri, lo ha reso un rifugio anche per chi portava con sé disordine e dolore. Questo lo ha esposto a difficoltà. Ma la porta, lì, non è mai stata chiusa. Chi arriva è accolto. Poi si vede.
“È un posto che, quando uno si presenta, non manda via nessuno”, dice Mario che lo abita in modo stabile, consapevole dei rischi ma anche della forza che nasce da questo gesto semplice e profondo. A Pastoraio si fa così: si costruisce, si cura, si ripara. E si prova, ancora una volta, a vivere insieme.
La comunità accoglie chi passa, chi cerca e chi vuole offrire tempo, ascolto e mani. La cassa comune e lo scambio di energie — lavoro, presenza, contributi liberi — sono parte del modo in cui si costruisce reciprocità con chi arriva.
Camminare verso Campoli significa entrare in uno spazio altro, dove il tempo si dilata, le relazioni si fanno lente e profonde, e la vita si intreccia in forme sempre nuove con la terra, le stagioni e le persone.